Una prof di italiano illuminata mi ha cercata per prender parte a un progetto meraviglioso per ragazzi di II e III media: l’ha chiamato Mirabilia e ogni studente ha scelto un fiore per farne un libro, analizzandolo dal punto di vista botanico, fitoterapico, gastronomico e naturalmente etnobotanico. Ci siamo incontrati su Zoom e ci siamo raccontati queste meraviglie, scoprendo leggende, curiosità e lati nascosti, e tutti gli insegnamenti che la Natura sa donarci.
Così da oggi racconterò questi fiori, non sempre commestibili, ma tanto affascinanti, per imparare i segreti che si celano dietro petali, stelo, foglie, antere, brattee e pistilli.
Oggi è la volta di Centaurea cyanus, scelto da Chiara: noi lo conosciamo come fiordaliso, ma in italiano il suo nome è anche ciano, dal greco κύανος kýanos, "tinta blu” che indica anche il fiore stesso. È stato chiamato così per la mitologia: la dea Flora era innamorata di Cyanus e lo ritrovò morto, disteso in un campo di fiori blu, e diede loro il nome del suo amato.Cyanus per alcuni sarebbe riferito alla ninfa acquatica siciliana Cyane: quando Persefone fu rapita da Ade questa ninfa la accompagnò e, con il cuore spezzato, si trasformò in una sorgente blu scuro. Certo è che kyanos, una “sostanza blu scuro”, era il nome greco classico per il fiordaliso.
Centaurea invece deriva dal centauro Chirone che, secondo la leggenda, fu ferito al piede a causa di una freccia avvelenata e si curò con il succo di questo fiore. Prima di chiamarsi così, il binomiale era Cyanus segetum, dove l’epiteto sta a indicare, dal latino seges “campo coltivato”, il suo habitat: i campi di cereali. In inglese è chiamato cornflower, “fiore del cereale”, poiché in inglese la parola generica per i cereali era corn. Quando gli inglesi raggiunsero le Americhe e videro un nuovo cereale, lo chiamarono Indian corn “cereale indiano”. Gli americani hanno da tempo abbandonato Indian o American e così Zea mays per loro è semplicemente corn, anche se questo è un uso relativamente recente della parola corn. In inglese il fiordaliso è chiamato anche bluebottle “bottiglia azzurra” o bachelor’s button “bottone del laureato”: già in anglosassone alcuni fiori doppi di forma rotonda erano chiamati “bottoni da scapolo”, ma nessuno era blu e quindi riconducibile alla Centaurea. Facendo ricerche, si scopre che “il bottone dello scapolo” è un bottone che non ha bisogno di essere cucito: alcuni sono rotondi e assomigliano al fiordaliso. E infine, nelle storie popolari inglesi si narra che gli scapoli mettevano fiordalisi nel bavero quando volevano corteggiare una ragazza.
È anche conosciuto come break-your-spectacles in inglese o casse-lunettes in francese, entrambi con il significato di qualcosa che “rompe gli occhiali”, per il potere benefico del fiordaliso per gli occhi, che impedirebbe quindi l’uso degli occhiali. Ha tantissimi altri nomi popolari in tutto il mondo: fiore del sultano, il tuono, le campane o il ditale della strega. Nel linguaggio dei fiori si dice che sia un simbolo di delicatezza, “abitante dei luoghi celesti” e raffinatezza.
La Centaurea è una pianta annuale delle Asteraceae originaria dell’Europa. In passato era considerata infestante dei campi di cereali, oggi è invece minacciata nel suo habitat naturale dall’intensificazione dell’agricoltura, in particolare a causa dell’uso eccessivo di erbicidi. In molti paesi è naturalizzata, anche grazie alla sua introduzione come pianta ornamentale nei giardini. Quando i nostri avi raccoglievano i cereali con il falcetto, il fiordaliso si guadagnò la reputazione di smussare la lama a causa del suo stelo duro: ciò ha portato a un altro nome popolare inglese, hurt-sickle, “che fa male alla falce”.
Le ricerche hanno dimostrato che il fiordaliso cresceva in Gran Bretagna già 12000 anni fa: hanno prove che fiorisse persino in era glaciale; il seme è stato trovato tra i chicchi di grano negli scavi dei villaggi dei laghi svizzeri a Robenhausen nelle Alpi, risalenti all’8000 a.C.. I fiori sono stati ritrovati anche nella tomba di Tut’ankhamon a Tebe e pare che quando negli anni Venti aprirono la tomba i fiori avevano perso poco colore.
Anticamente si usava il succo dei fiori per farne inchiostro blu e gli artisti ne ottenevano un pigmento pestando la parte centrale del fiore in un mortaio. Questo succo può anche essere usato per tingere, in particolare il lino.
I petali sono ancora oggi aggiunti ai pot-pourri per il loro colore e venivano anche usati per colorare i profumi… e per colorare il vino.
Per secoli l’uomo ha tentato di scoprire il segreto di questo pigmento blu, anche perché i fiori blu in Natura non sono moltissimi. Solo nel 1993, dopo 50 anni di ricerca in ambito chimico in tutto il mondo, sono stati dei biochimici giapponesi a identificare la struttura molecolare che produce il ciano.
In passato i giovani credevano che il fiordaliso portato in tasca portasse fortuna e, se non fosse appassito, avrebbero sposato la donna di cui erano innamorati.In alcune zone si credeva che il pane sarebbe ammuffito se si fossero portati dei fiordalisi dentro casa.
Il fiordaliso è l’emblema floreale della Germania. Era una delle piante, ben prima del XVI secolo, usate come ingrediente per un efficace lavaggio per gli occhi stanchi. Per tradizione era particolarmente adatto per chi aveva gli occhi azzurri (mentre la piantaggine maggiore, Plantago major, era usata in succo per chi aveva gli occhi castani).
L’industria cosmetica usa oggi il fiordaliso negli shampoo mentre l’industria farmaceutica usa i fiori per i colliri. In medicina il fiordaliso era usato dagli erboristi per curare malattie infettive (tra cui la peste), febbre e avvelenamento, e il succo per curare le ferite. Oggi i fiori sono usati occasionalmente come tonico e anche come trattamento per l’infiammazione degli occhi.
In cucina si possono usare i fiori appena raccolti, magari in petali, nelle misticanze, per dare colore. Si possono essiccare e entrano a far parte delle tisane; si possono usare per colorare gli impasti, le creme o la besciamella. Se ne può fare un infuso per estrarre il ciano e usarlo per tingere, ad esempio impasti di biscotti o cracker o come bagna per il pan di Spagna o la sponge cake. Ancora, i petali anche tritati aggiunti all'albume danno delle meringhe particolari (si può usare l'aquafaba al posto dell'albume per meringhe plant-based).
I fiori si possono candire o usare interi per decorare torte o pasticcini.
Il colore blu del fiordaliso è dovuto a un pigmento tra gli antociani - che si trova anche nelle rose -: questo pigmento è usato come additivo nel cibo, in particolare negli yogurt.