Angelica

Angelica archangelica

Oggi voglio raccontarvi una storia che ha un po’ della favola e un po’ di etnobotanica, una specie che in Italia non troverete – esiste in alcune aree la specie sylvestris – e che gli anglofoni chiamano anche, in gergo, Norwegian angelica, a indicare l’area di provenienza.

Nei paesi scandinavi la pianta ha moltissimi nomi, il che sta ad indicare quanto fosse diffusa e utilizzata:

svedese: fjällkvanne, änglaört, angelika, kvanne (nei dialetti anche kvanna)

danese: kvan, angelik, vandkvan

islandese: ætihvönn, hvönn

sami: boska, fadnu, olbmoborranrássi

sami settentrionale: fádnu, faddnu, rássi

kalaallisut: kuanneq

finlandese: väinönputki, boska

norvegese: kvannjol, jol, kvanj, kvanne, kvannegras, erkeengelurt

faroese: hvon

Il nome più diffuso deriva da kvann, dal protogermanico *hwannō (da cui anche il sami settentrionale faddnu), dal proto-indoeuropeo *ḱwenHdʰ-.

È interessante notare la similitudine di questo nome con queen, “regina”, che sta poi per donna (anglosassone cwen “regina, donna che governa uno stato, donna, moglie” < protogermanico *kwenǭ / *kwoeniz, fonte anche dell'antico sassone quan "moglie", norreno kvaen, gotico quens), varianti apofone di *kwenon (fonte di quean) dalla radice protoindoeuropea *gwen- "donna".

Il significato originario sembra esser stato “moglie”, in particolare in anglosassone “moglie di un re”. In norreno indicava una moglie, come in kvan-fang “matrimonio, prendere in moglie”, kvanlauss “non sposato, vedovo”, kvan-riki “il dominio di una moglie”.

L’inglese è una delle poche lingue indoeuropee ad avere una parola per “regina” che non è un derivativo femminile della parola per “re”. Le altre sono scandinave: norreno drottning, danese dronning, svedese drottning “regina”, in norreno anche “amante”.

Quean “donna giovane e robusta” dall’anglosassone cwene “donna” anche “prostituta” (come in portcwene “donna pubblica”) dal protogermanico *kwenon – fonte anche dell’antico sassone quan, antico alto tedesco quena, norreno kona, gotico qino “moglie, donna” – < radice protoindoeuropea *gʷḗn / *gwen- "donna".

La radice protoindoeuropea *gwen- dunque sta per “donna”: forma parte di molte parole, ad esempio androgino, banshee, gineco-, ginecologia, ginecomastia, gine-, misoginia… Cfr. balto-slavo *genāˀ, sanscrito janis “una donna”, gná “moglie di un dio; dea”, lingua dell’Avesta jainish “moglie”, armeno kin “donna”, greco γυνή (gunḗ) / gyné “una donna; una moglie”, antico prussiano genna “donna”, gaelico bean “donna”, antico sassone cwena, anglosassone cwen, olandese kween (“mucca sterile”), norreno kvenna (> svedese kvinna); slavo *žena (antico slavo ecclesiastico жена (žena), russo жена (žena), celtico *benā (> gallese benyw), proto-albanese *dzwāptnjā, gotico qino “una donna; moglie” e qéns “regina”.

La bellezza che mi ha colpito la prima volta che l’ho capito sta nello svedese kvinna, “donna” e non “regina” ma regina lo stesso.

Come l’angelica, chiamata come la donna e diventata “degli angeli”, ma comunque epitome del divino.

La radice candita è speciale, il gambo usato come il porro ma dal sentore dolciastro e quasi vanigliato. I fiori, i semi. Tutto nell’angelica è celestiale. Si può usare sia nei dolci che nelle ricette salate, e davvero l’unico limite è la fantasia.

Azienda Agricola Pikniq

di Filomena Valeria Eleonora Matarrese

Verbano-Cusio-Ossola

Italy

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