Rullo di tamburi!
Finalmente è giunto quel momento del calendario di raccolta: stanno fiorendo le magnolie!
Al mondo ne esistono 7 generi e più di 300 specie, di cui in etnobotanica solo alcune sono documentate come commestibili e utilizzate dall'uomo: Magnolia coco, Magnolia denudata, Magnolia grandiflora, Magnolia hypoleuca, Magnolia kobus, Magnolia liliflora, Magnolia mexicana, Magnolia pterocarpa e Magnolia soulangeana.
La magnolia è così chiamata in onore del direttore dell'orto botanico di Montpellier Pierre Magnol.
Le specie sono sia arboree che arbustive; hanno foglie alterne, ovali o ellittiche, grandi e coriacee, e ci sono sia sempreverdi che decidue. I fiori, solitari e molto grandi, hanno da 6 a 9 tepali (con petali e sepali indifferenziati).
Il colore varia con la specie.
Originarie di Asia orientale e Americhe, in Italia sono presenti come ornamentali e coltivate, in particolare nelle zone alluvionali delle regioni prealpine, poiché si tratta del loro habitat ideale.
Il genere Magnolia è stato a lungo usato dall'uomo: l'etnobotanica ha permesso di studiare questi usi, e si è scoperto che le specie hanno numerose proprietà farmacologiche, come antinfiammatori, antipiretici, e altre. Inoltre, le magnolie rappresentano una notevole risorsa dal punto di vista biologico per i composti chimici che le caratterizzano, e al momento sono in corso numerosi studi per medicine e preparati naturali sia per la farmacopea che per l'agricoltura.
Ma a noi interessa scoprire come deliziarci con il loro sapore, e allora raccoglieremo senza esagerare i fiori in boccio, ancora chiusi, per sistemarli in un vaso di vetro sterilizzato e ricoprirli con una soluzione di 100 ml di acqua declorinata e due cucchiai di miso dolce. I boccioli, così conservati, possono anche esser prima leggermente passati in padella antiaderente con pochissimo olio evo: si apriranno un po' e dovremo fare attenzione a sistemarli nel vaso, vicini, e a far uscire le bolle d'aria. Andranno sempre tenuti coperti dal liquido di governo.
Solitamente apro questi barattoli nel periodo natalizio, e uso i boccioli anche preparandone una crema per diverse ricette: il loro sapore ricorda lo zenzero!
Possiamo anche utilizzare i fiori aperti, raccogliendo i petali più sani, che metteremo a marinare nel Marsala o nel Cointreau, nel Porto o nel rum.
In una ciotola a parte prepareremo l'aquafaba montata a neve con zucchero a velo, magari aromatizzato con polveri selvatiche a piacere, o semplicemente con buccia di agrumi.
Si aggiunge poi un bicchiere di latte di mandorla, 200 g di farina di riso, si mescola e dopo aver scolato i petali si pastellano.
Si friggono in abbondante olio bollente e si servono caldissimi spolverati di zucchero a velo.
Una prelibatezza!
Trovi descrizioni, calendario di raccolta, e naturalmente tantissime ricette esclusive sia sul mio libro La Cuoca Selvatica - Bompiani (in tutte le librerie, anche online!) che su i Skogen!, in particolare la monografia sui fiori in cucina