Pettine di Venere

Scandix pecten-veneris

Quando crescono le onde di cereali nel vento, un brivido sembra attraversarlo.

E questo, per le popolazioni dedite all’agricoltura, era visto come una creatura immaginaria che attraversava il campo.

Questa “creatura” sovrannaturale potrebbe essere identificata con l’ultimo taglio del covone al momento del raccolto, così come con alcune entità femminili, che conservano traccia di dee pre-cristiane.

L’associazione del cereale con una dea è antica quanto i primi tentativi di seminare e raccogliere piante selvatiche come cibo, e il campo di grano nelle isole britanniche risale al Neolitico, con la mitologia celtica che lo accompagna.

In questo contesto, i nomi “vecchia moglie”, “vecchia donna”, “vecchia strega” per lo Scandix pecten-veneris potrebbero riferirsi a una dea del raccolto del tipo ancor oggi ricordato nei paesi celtici e presente nel credo popolare inglese come parte di una pre-datazione del substrato celtico alle invasioni sassoni.

L’entità folklorica nota come “vecchia moglie” può quindi esser compresa in relazione al gallese Gwrach, all’inglese settentrionale e allo scozzese Carlin, e al Cailleach delle Highlands scozzesi e dell’irlandese.

Allo stesso modo, i soprannomi Puck e “il diavolo”, sempre per la medesima pianta, possono essere intesi come concetti dello spirito inquietante nel campo il cui passaggio è segnato dall’ondeggiamento del cereale nel vento. Il diavolo è un’interpretazione cristiana di una precedente figura di Puck.

Ora, Puck oggi viene collegato all’area culturale irlandese, in realtà analizzando i toponimi in -puck in Gran Bretagna essi sono rari e tardi rispetto al substrato celtico, si collegano all’influsso norreno e sembrano irradiarsi verso nord dall’Inghilterra sud-occidentale, con chiaro riferimento all’areale di invasione di popolazioni germaniche e norrene.

Così puck “folletto dispettoso” (come in Sogno di una notte di mezza estate) < pouke “diavolo, spirito maligno” < anglosassone puca/pucel “folletto”, è imparentato con il norreno puki “diavolo; demone”.

Un “demone dei campi”, insomma, ricco di minerali, fibre e acidi grassi, fenoli e tocoferoli, che nella cucina da egiziana a medioevale era su tutte le tavole dei nobili e non solo e che oggi viene usato come specie-modello per lo studio esteso del cambiamento climatico, in quanto prima era diffuso e abbondante nelle pianure ma la sua crescita è diminuita drasticamente a causa dell’introduzione di erbicidi, fertilizzanti, e della voluta distruzione dei margini dei campi da parte dell’essere-uomo.

Raccogli sempre responsabilmente e soprattutto cura l'ambiente: è l'unico che abbiamo!


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