Ibisco

Hibiscus spp.

Ecco finalmente in fiore Hibiscus syriacus!

Il più conosciuto tra gli ibischi è in realtà rosa-sinensis, che come syriacus si può raccogliere proprio in questo periodo.

Usato nelle isole del Pacifico crudo in insalata, trova per la maggior parte uso come rimedio tradizionale nella cura dei capelli. In India viene usato per lucidare le scarpe e in Indonesia è conosciuto con il nome popolare di kembang sepatu, che significa proprio "fiore delle scarpe".

Si può usare come indicatore di pH: diventa rosa scuro o magenta se indica l'acido e in caso di soluzione basica diventa verde.

Nell'erboristeria cinese viene usato come infuso sulla pelle; assorbe le radiazioni solari.

Raccolgo i fiori per candirli, per essiccarli per un tè floreale da gustare in inverno, ma ne ho già fatto uno sciroppo per i gelati.

Hibiscus deriva dal greco ibiskos, il nome dell'Althea, una specie della stessa famiglia, Malvaceae.

Syriacus "della Siria", indicando l'origine orientale. A noi è arrivato dalla Cina e il delizioso "tè", ottenuto proprio dai fiori, sa di frutti di bosco e limone e lo conosciamo come karkadè.

I faraoni lo adoravano e in Egitto si pensava fosse afrodisiaco e desse energia contro il caldo cocente.

Gli Egizi cuocevano i fiori nel burro per ottenere una tintura usata per annerire le sopracciglia e truccare il contorno occhi, a mo' di kajal (da una voce indiana kaǧàl a indicare proprio un preparato per gli occhi, una pasta di colore nero, anche in polvere, anche colorata. In India è usata anche a scopo curativo, mentre in Occidente solo come cosmetico).

Karkadè invece è sia il nome della pianta che, soprattutto, il suo infuso. Indica in realtà la specie Hibiscus sabdariffa.

Dell’ibisco si possono consumare le giovani foglie; le parti della pianta si possono usare cotte o al forno, sono sostanziose e ricche di mucillagini. Crude hanno un sapore delicato. Anche la radice è commestibile, anche se molto fibrosa.

I fiori si possono usare come impacco o colluttorio: calmano la tosse, aiutano a curare lo streptococco e la dissenteria. Con l’infuso si fa una lavanda per perdite vaginali, emorroidi. Riducono lo stato di stress ossidativo delle cellule e forniscono un effetto neuroprotettivo; combattono fatica e eccessi climatici (sia il troppo caldo che il troppo freddo); abbassano la pressione. Con l’infuso si fa un bagno per gli occhi, calma il prurito e allevia le malattie della pelle. Facilita la digestione.

Le foglie favoriscono la diuresi, abbassano la pressione, sono mucolitiche, curano la tosse.

Decotto di corteccia di radice (parte interna o esterna) - per impacco e colluttorio:

  • combatte l'infiammazione
  • leviga la pelle
  • cura la febbre
  • aiuta a fermare le emorragie
  • antiparassitario (aiuta a debellare i vermi, soprattutto intestinali)
  • combatte le perdite bianche
  • aiuta a lenire il dolore da mestruazioni dolorose
  • aiuta a combattere le infezioni cutanee causate da funghi.

Infuso di fiori: 2 grammi di fiori, 250 ml di acqua fresca. Mettere in infusione da 4 a 10 minuti e bere da una a tre tazze al giorno.

Infuso di foglie: un cucchiaino da caffè di foglie essiccate, 250. ml di acqua fresca. Mettere in infusione da 4 a 10 minuti e bere da una a tre tazze al giorno.

Decotto di corteccia di radice

"Sbucciare" la corteccia dalla radice. Versare 20 grammi di corteccia di radice in un litro di acqua fredda. Lasciar cuocere a fuoco lento per due ore. Far bollire per dieci minuti. Filtrare.

Bere tre tazze al giorno per massimo una settimana.

*Prima di raccogliere una pianta, assicurati al 100% della sua corretta identificazione.

*Non raccogliere in modo eccessivo per permettere alle specie di riprodursi e agli animali di nutrirsi.

*Raccogli lontano da fonti di inquinamento (inclusi pesticidi).

Tutte le informazioni fitoterapiche popolari citate sono fornite solo come cultura generale e non possono in nessun caso sostituire un consiglio medico specifico che varia da persona a persona.

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